fbpx

Controlla la copertura di rete a casa tua:

La tua abitazione è raggiunta
dalla fibra fino a 1000 mega. bollino fibra

callcenter.png
Preferisci abbonarti parlando gratis direttamente con un nostro operatore?

Chiama gratis il  numero verde
800.933336

internet of things

Internet of Things: che cos’è la rete che ci connette agli oggetti

Negli ultimi anni, nella vita di ciascuno di noi, internet ha assunto un’importanza crescente. Sempre più spesso, però, si sente parlare di Internet of Things (in breve, IoT), tradotto letteralmente in italiano Internet delle Cose, Internet degli Oggetti. Di che cosa stiamo parlando? Quest’oggi proveremo a fare chiarezza su questa espressione, Internet of Things, che nel giro di poco tempo, col diffondersi dei cosiddetti smart object, gli oggetti intelligenti, diventerà sempre più di uso comune.

Internet of Things, l’internet che ci connetterà alle cose

Quando nel 1969, l’allora ARPANET prese vita diventando l’antesignano di internet, pochi immaginavano che un giorno la rete non solo avrebbe cambiato la vita di tutti noi in quanto a telecomunicazioni, ma che addirittura ci avrebbe connesso agli oggetti. Per arrivare a questa consapevolezza, cioè alla definizione di Internet of Things, si dovette attendere trent’anni dalla nascita di internet. Fu nel 1999, infatti, che per la prima volta l’ingegnere inglese Kevin Ashton definì il cosiddetto Internet delle Cose facendo riferimento agli RFID e ai Codici QR a cui stava lavorando presso il Massachusetts Institute of Technology.

Nella sostanza, per Internet of Things si intende la capacità degli oggetti di collegarsi in rete e di trasferire informazioni, e dunque dati, di varia natura sia inviandoli che ricevendoli. Grazie alla possibilità di accedere a queste informazioni, gli oggetti hanno effettivamente la possibilità di diventare più intelligenti, modificando il loro comportamento in funzione dei dati. Evidentemente, i campi di applicazione sono innumerevoli. Un esempio delle potenzialità di questa tecnologia lo fornisce la Comunità europea in questo interessante video.

L’esempio consente di comprendere come, anche nella vita quotidiana, gli smart object possono modificare, migliorandola sensibilmente, la vita di ognuno di noi. E questo è ancor più vero nel mondo della produzione, come vedremo. Prima di addentrarci nel campi di applicazione dell’Internet of Things, però, soffermiamoci per qualche istante sul suo funzionamento.

Come funzionano l’Internet delle Cose e gli oggetti intelligenti

Fino a poco tempo fa, internet era per tutti noi un’immensa banca dati. Chiunque, quando cercava informazioni, invece di cercare fra i libri come avrebbe fatto fino a poco tempo prima, utilizzava la rete per ottenere risposte più veloci, pertinenti e complete. Col passare degli anni, però, il numero di informazioni disponibili in rete sono aumentate sensibilmente, abilitandoci anche a nuove operazioni. Oggi, infatti, in rete sono disponibili immense banche dati che possono essere utilizzate per governare, semplificare ed eventualmente automatizzare certi processi.

La condizione necessaria per il funzionamento dell’Internet delle Cose e, quindi, per gli oggetti intelligenti sono due: la connessione alla rete, che consente di accedere a queste banche dati – e qui si comprende la necessità di infrastrutture di rete sempre più performanti, come quelle relative alla rete 5G – e le banche dati stesse, dove possono essere attinte le informazioni necessarie al funzionamento degli smart object e, allo stesso tempo, trasmesse nuove informazioni per il continuo perfezionamento dei processi. Ovviamente, accanto a tutto questo, c’è la capacità degli oggetti intelligenti di acquisire informazioni dall’ambiente circostante, attraverso sensori, misurazioni, azioni o qualsiasi altra forma di acquisizione. La domanda, dunque, sorge spontanea: quali possono essere definiti oggetti intelligenti? Vediamolo di seguito.

Quali sono gli oggetti intelligenti necessari all’Internet degli Oggetti

Per il funzionamento dell’Internet degli Oggetti, come abbiamo visto, sono necessari gli oggetti intelligenti. Come detto, per essere definiti tali, essi devono:

  • possedere la capacità di raccogliere dati;
  • essere in grado di trasferire i dati raccolti in rete;
  • recepire i dati aggregati per utilizzarli nelle azioni per cui sono preposti

In effetti, già oggigiorno, facciamo uso di numerosi oggetti intelligenti, cioè di oggetti che rispondono a queste caratteristiche. Nel 2020 si stima che gli oggetti intelligenti siano circa 25 miliardi, ma il loro numero è in rapida ascesa. Per esempio, i telefoni cellulari, che fino a qualche anno fa erano utili solamente alle conversazioni telefoniche, sono diventati oggi strumenti intelligenti, che, non a caso, oggi sono definiti smartphone. In generale, però, gli oggetti intelligenti sono diventati innumerevoli. Ne sono testimoni le abitazioni di molti, dove iniziano a vedersi sempre più esempi di domotica, che sfrutta proprio le potenzialità dell’Internet of Things: termostati, lampadine, prese, telecamere, elettrodomestici. Tutti oggetti che, attraverso una connessione internet e banche dati aggregate, possono fare operazioni più complesse rispetto alla versione tradizionale di ciascuno di essi.

A che cosa serve l’Internet of Things

Come detto, l’Internet of Things ha innumerevoli applicazioni, che riguardano i campi più disparati. L’Internet delle Cose, per esempio, può essere utilizzato:

  • smart industry: l’ambito nel quale più rapidamente si va diffondendo l’IoT è quello produttivo, perché è qui che si possono misurare i vantaggi più tangibili di queste tecnologie, che automatizzano e rendono più efficienti processi un tempo completamente gestiti dall’uomo;
  • smart agriculture: in quest’ambito, grazie al monitoraggio dei parametri microclimatici, è possibile variare le condizioni di coltivazione migliorando la qualità dei prodotti e contribuendo a massimizzare la produzione;
  • smart mobility: un tempo connesse principalmente per ragioni legate alle assicurazioni di responsabilità civile, oggigiorno le automobili – e in generale qualsiasi mezzo – sono sempre più connesse per trasferire informazioni utili alla sicurezza di marcia;
  • smart home: come detto, nelle abitazioni si stanno sempre più diffondendo sistemi di gestione automatica, o in remoto, di apparati utili a migliorare l’abitabilità, la sicurezza e a ridurre i consumi dell’abitazione;
  • smart city: anche le città, via via, stanno acquisendo sempre più appartenenti all’ecosistema dell’Internet delle Cose al fine di migliorare i servizi di trasporto pubblico, dell’illuminazione, della gestione dei rifiuti solidi urbani.

Insomma, i settori in cui l’IoT diventa sempre più presente sono numerosi. E non potranno che aumentare, a mano a mano che nuove tecnologie, come la rete 5G e l’Intelligenza Artificiale, prenderanno il sopravvento. Non ci resta che farci trovare pronti a questa evoluzione.